Social curriculum e modulo curriculum europeo [infografica]

L’unione tra social curriculum – sempre più ricercato dai cacciatori di teste – e curriculum europeo (Europass), è il segreto per trovare lavoro. Credo.

Se un buon curriculum è l’arma più affilata per trovare un impiego, l’uso combinato di social curriculum e modulo europeo (Europass) costituisce un intero arsenale. Così almeno viene da pensare leggendo una recente e golosa infografica che raccoglie statistiche e sondaggi di autorevoli fonti, come Time e Forbes.

Cos’è il social curriculum? È la raccolta più o meno organica di informazioni integrate in un profilo personale online, come Facebook, Google+ e compagnia bella, destinato a favorire eventuali assunzioni. Tra il 2011 ed il 2012 sembra sia diventato uno gli strumenti più utilizzati dai cacciatori di teste nell’inseguire le prede:

  1. Lo scorso anno il 93% delle aziende e degli head hunter ha fatto ricorso a Linkedin per reclutare dirigenti ed impiegati.
  2. Il 66% dei “recruiter” ha ravanato su Facebook per lo stesso scopo, il 54% su Twitter.
  3. Sempre nel 2012, più di quattro persone su dieci hanno cercato impiego tramite i social media.

Usare assieme social curriculum e modulo curriculum europeo

Modulo curriculum europeo.

Se ora è finalmente più chiaro – perlomeno a me – cos’è il social curriculum, è il momento giusto per parlare di modulo curriculum europeo. Chiamato Europass, altri non è che una specie di codifica approntata dalla UE per guidare i job seeker nella compilazione dell’elenco delle competenze e delle qualifiche professionali, secondo uno schema “omologato” e dunque facilmente comprensibile da qualunque impresa occidentale (se non mondiale). Composto di cinque distinti modelli, di semplice compilazione e comunque supportati da dettagliate guide, è gratuitamente disponibile per il download presso il sito Web ufficiale europa.eu.

Fra i diversi moduli c’è il “Passaporto delle lingue”, che consiste in una sorta di autocertificazione sulla conoscenza dell’inglese, del francese, del tedesco e di altri idiomi stranieri. Il sistema di autovalutazione permette di dichiarare la propria abilità linguistica attraverso tre diverse classificazioni: “comprensione”, “parlato” e “scritto”.

Un metodo simile, solo un pizzico più articolato, viene utilizzato in un altro modello per qualificare il percorso di formazione; ad ogni livello scolastico corrispondono precisi codici, legati tanto al grado quanto all’indirizzo dell’istruzione maturata. Infine c’è lo strumento chiamato “Europass mobilità“, che aiuta nel declinare le competenze eventualmente acquisite all’estero.

Il social curriculum: chi, come e perché.

Se il modulo europeo è oramai lo standard per compilare un curriculum, ed il social curriculum è tra le vie brevi perché le nostre referenze raggiungano i reclutatori, allora è chiaro che di entrambi non si può più fare a meno.  Torniamo quindi all’infografica e lasciamoci guidare dalle sue statistiche e dai suggerimenti, alcuni dei quali in verità solo un pizzico scontati:

  1. In che modo il social curriculum può favorire le candidature per specifici settori lavorativi?
    1. Offre una chiara ed efficace esposizione di competenze ed esperienze.
    2. Favorisce l’accesso a reti professionali.
    3. Permette la pubblicazione di elenchi facilmente ed immediatamente aggiornabili.
    4. Consente di riscontrare la visibilità dei dati attraverso le statistiche sui lead (numero di visite, origini del contatto, etc.).
  2. Quali social media utilizzare?
    1. Linkedin è nato per i professionisti, quindi meglio si presta a trovare lavoro. Tanto più che agevola le aziende nella ricerca di candidati per keyword, settori industriali, gruppi e network.
    2. Tumblr, WordPress ed altri siti come Blogger, consentono la pubblicazione di blog a costo zero dove promuovere il proprio curriculum (social, appunto).
    3. Twitter e Facebook permettono di evidenziare le competenze, di stringere contatti diretti con le imprese, e di attingere immediatamente alle eventuali offerte di lavoro (sempre più spesso pubblicate attraverso i social media).
  3. Qual è il social curriculum preferito dai cacciatori di teste?
    1. Secondo chi ne sa di più, il social curriculum ideale dovrebbe indicare – fra l’elenco di qualifiche e idoneità – anche l’appartenenza ad un’associazione professionale. Nel caso risulti impossibile, pare sia comunque molto ben vista l’esplicita partecipazione ad attività di volontariato (motivo di merito in ogni caso).
    2. È davvero ovvio ciò che invece non deve apparire per nessuna ragione al mondo sui profili di Facebook, Twitter & Co. Ribadirlo, però, male non farà: è d’obbligo tenere lontani errori grammaticali, espressioni volgari, simpatie per droghe ed alcolici, e finanche post di carattere religioso (a meno di volere un posto come guardia svizzera o custode di moschea).

Sei influente? Dimostralo, creativamente!

Se si ritiene di possedere buone doti di authority ed influencing sui social media è assolutamente necessario farne menzione nel curriculum. Come? Ad esempio dichiarando il proprio Klout Score, strumento di valutazione degli account Twitter tanto odiato quanto diffusamente affermato. Se proprio non dovesse piacervi è sempre possibile usare in alternativa Twitalyzer, ma non ci si illuda che goda della stessa considerazione.

Ovviamente essere autori di un blog molto frequentato, e costantemente citato su Pinterest, Digg, Google+ ed altre community online, significa disporre di un biglietto da visita davvero prezioso. I meno fortunati, i cui post vengano puntualmente snobbati dai social media, è bene che almeno si diano da fare su Linkedin, dove un cospicuo numero di “collegamenti”, raccomandazioni ed eventuali endorsement pare valga più di un master alla Harvard University.

Il modo ideale per rappresentare il proprio social curriculum è quello di renderlo accattivante ricorrendo a soluzioni creative ed originali. È il caso, ad esempio, di chi ha affidato ad una divertente infografica l’elenco dei titoli di studio e delle esperienze professionali. O di chi, attraverso un sapiente uso di Photoshop, ha incollato quelle informazioni sulla confezione Tetrapak di un succo di frutta, al posto della lista degli ingredienti e delle componenti organiche. C’è persino chi ha modellato il layout del proprio curriculum sul look di Google Analytics, e l’idea mi piace talmente tanto che penso la farò presto mia.

Aggiornamento: proprio in queste ore un giovane parigino disoccupato ha pubblicato il suo curriculum su di un fake-site di Amazon approntato per l’occasione; l’unico prodotto da inserire nel carrello – con tanto di prezzi e dettagli sulla spedizione – è lui, “ultimo pezzo rimasto”. Non passerà inosservato.

Social media ed Europass aiutano davvero a trovare occupazione?

Anche a rischio di sembrare un po’ choosy, prima di chiudere questo post vorrei chiedervi se conoscete ricchi datori di lavoro alla ricerca di social media manager cui affidarsi ciecamente, che accettino qualunque richiesta di budget senza batter ciglio, e che siano disposti ad eleggervi al contempo project manager, revisori di progetto e analisti del ROI.

In attesa della risposta passerei quindi all’ultimo punto dell’infografica: il social curriculum può davvero favorire la ricerca di impiego? A dar fiducia ai dati forniti direi di sì: lo scorso anno l’89% degli head hunter ha effettuato assunzioni tramite Linkedin almeno una volta, il 25% lo ha fatto attraverso Facebook, il 15% per mezzo di Twitter. C’è da scommettere che gran parte dei candidati vincenti avesse generosamente disseminato lungo gli account social la bella copia del proprio modulo curriculum europeo.

Curiosità: chi di voi ha già pubblicato un social curriculum, magari Europass? E poi: vi è mai capitato davvero di incontrare un dirigente che eroga finanziamenti marketing senza obiettare?

9 pensieri su “Social curriculum e modulo curriculum europeo [infografica]

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  6. Grazie!! gli aggiornamenti al curriculum vitae è veramente un vantaggio!!
    Spero trovare un lavoro con il SOCIAL CURRICULUM!!!

  7. Cercare su Facebook info sui candidati non mi sembra corretto: nei fatti si usa questo canale per conoscere dettagli personali delle persone che, con domande durante i colloqui, non si potrebbero scoprire. Tipo: figli, orientamenti, tendenze e quant’altro.

  8. Grande Gianni! Ho masticato curricula da sempre, dato che vengo da dieci anni in Adecco, leader in risorse umane, e ho comunque trovato davvero illuminante il tuo spunto sul cv social e infografico.
    Io ne ho da poco realizzato uno infografico e ho visto che si sta dimostrando abbastanza efficace (lo trovate su Google con le keyword “Curriculum infografico Ettore Iannella nuova versione digital marketing”).
    Ciao,
    Ettore

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