Brand engagement su Facebook: le interviste

È possibile fare brand engagement attraverso Facebook in molti modi. Tra le soluzioni più efficaci c’è l’intervista in tempo reale.

Il termine engagement risulta simpatico agli esperti di marketing: viene spesso usato con accezioni diverse in differenti contesti. Su Facebook si contano almeno due alternative: brand e fan engagement.

Brand e fan engagement su Facebook

Entrambi i significati fanno al nostro caso; ci serviranno per mettere in rilievo l’importanza che a mio avviso riveste lo strumento “intervista” per migliorare sentiment e notorietà di brand e azienda e per incrementare la partecipazione dei fan.

Fan engagement

L’ingaggio dei liker in un aggiornamento di stato su di una pagina o un profilo Facebook può facilmente spiegarsi con il termine “coinvolgimento“. Il grado di partecipazione si misura attraverso due semplici parametri: la quantità di commenti ed il numero di “Mi piace”.

Secondo i guru dei social media esistono numerose strade per far sì che un aggiornamento di stato – indipendentemente dal contenuto – appaia interessante, appassionante e quindi coinvolgente. Ne elenco solo alcuni:

  1. Utilizzare immagini efficaci (foto divertenti, spettacolari, dal forte appeal – senza esagerare, come in questo post)
  2. Indire sondaggi
  3. Dispensare inediti suggerimenti (e trucchi!)
  4. Chiedere feedback e fare co-creazione (invitando gli utenti a suggerire funzioni e caratteristiche da implementare in prodotti e servizi)

All’elenco si aggiunge un’alternativa che ho personalmente sperimentato con grande soddisfazione come responsabile dei social media di una nota multinazionale: l’intervista di opinion leader ed influencer. L’operazione è impegnativa ma proporzionalmente efficace: la stessa presenza sulla pagina di un noto personaggio del settore è di forte richiamo, tanto più se i fan godono dell’opportunità di interagire con lui formulando domande dirette.

Brand engagement su Facebook

L’intervista ha altri benefici effetti. Ad esempio garantisce visibilità della pagina sul profilo dell’intervistato (come in quello dei suoi follower) e spesso anche sul suo blog, dove l’evento di consueto viene annunciato e/o successivamente commentato.

Siamo dunque arrivati al secondo concetto anticipato in premessa: il brand engagement. I dizionari marketing – e Wikipedia in primis – definiscono l’espressione con “il processo con il quale si crea un legame tra marchio e cliente“.

Conversare pubblicamente con interlocutori di chiara fama consente di acquisire credito (e trasmetterlo, per reciproca utilità); i teen-ager userebbero l’efficace metafora del “guadagnare punti”, ed i politici si esprimerebbero in termini di “allargamento del consenso ed incremento dei voti”.

Con Facebook i vantaggi e le opportunità si moltiplicano: non soltanto si acquisiscono autorevolezza e credibilità, ma al contempo si conquista piena visibilità nei canali in-target, la si estende in ambiti off-target virtualmente illimitati, e conseguentemente si favoriscono nuovi “Mi piace”. Peraltro altamente motivati.

In definitiva il confronto diretto, l’interazione con personalità note attraverso i social media è uno dei metodi più proficui per praticare fan e brand engagement. Nel lavorare su ciascun singolo aggiornamento di stato, con l’obiettivo di aumentare e qualificare la partecipazione, più in generale si estende l’audience e si migliora profondamente la Web reputation. Dati alla mano, secondo le mie esperienze.