Sigaretta elettronica prezzo e verità: fa davvero smettere di fumare? È nociva? E poi: conviene farne un’attività d’impresa?
N.B. Puoi saltare al paragrafo “sigaretta elettronica prezzo” se sei interessato esclusivamente all’argomento.
La sigaretta elettronica non nuoce alla salute! Anzi, credetemi amici miei carissimi, lettori, follower e liker: è stimolante, eccitante, digestiva, aiuta la concentrazione ed è pure divertente! Chi sono io per dirlo? Il massimo esperto vivente della sigaretta elettronica!!!
Ecco, avete appena assistito ad alcuni degli effetti della nicotina assunta per inalazione, in dosi importanti ma non eccessive: euforia, ipersocialità (anche digital), smodata sicurezza in sé stessi. Quantità più elevate – soprattutto se ingerite – sono oltremodo pericolose: si va da forti attacchi di nausea a violenti conati di vomito, fino ad arrivare al decesso senza tappe intermedie.
Però tranquilli: per restarci secchi di nicotina è necessario assorbirne davvero tanta ed in poco tempo. Almeno, dico almeno, 50/60 mg. Cioè, a seconda della concentrazione, una goccia più o meno minuscola.
A questo punto, in funzione del grado di interesse che nutrite nei confronti delle e-cig, vi state probabilmente chiedendo:
- Qual è la verità circa la sua pericolosità? Sempre che ce ne sia una.
- Che ci fa la sigaretta elettronica in un blog che, per quanto personale, aspira ad abbracciare argomenti come la SEO, i social media e più in generale il Web e l’inbound marketing?
Inizio col rispondere alla prima delle due domande, dal mio modesto (ecco un calo di nicotina) punto di vista: la sigaretta elettronica può davvero risultare nociva per la salute dell’uomo?
Nessuno studio dimostra la pericolosità della sigaretta elettronica.
Per smettere di fumare avevo già provato quasi tutte le soluzioni disponibili: cerotti, psicoterapia, nauseabonde chewing gum e spilloni agopunturali conficcati in tempie e lobi. Restava solo lei, la sigaretta elettronica. Ma prima di acquistarne una era per me indispensabile saperne il più possibile.
Ho quindi consultato medici, un’amica farmacista, un parente tabaccaio ed una cartomante di piazza Navona. Ma soprattutto ho rovistato il Web alla ricerca di leggi, certificazioni, articoli di approfondimento, opinioni illustri e pronunce istituzionali. Per arrivare ad una conclusione semplice quanto moderatamente confortante: nessuna indagine condotta fino ad oggi ha rilevato rischi, fatta eccezione per quanto abbiamo già detto della nicotina (che è un veleno, prima ancora di uno stupefacente).
Non nascondo la delusione per la presenza in Rete di numerosissimi articoli che tutto fanno fuorché chiarire l’argomento. E questo è dovuto alla congiuntura tra un fenomeno in crescita esponenziale, l’imbarazzante assenza di una precisa regolamentazione della materia, e la carenza di ricerche scientifiche condotte su ampia base statistica. Per intenderci, spesso persino pezzi giornalistici pubblicati dalle medesime testate sono fra loro contraddittori: ora additano la sigaretta elettronica come dannosa, ora ne incensano l’efficacia come strumento per smettere di fumare.
L’OMS, l’Europa, l’Italia. Le leggi e le opinioni sulla sigaretta elettronica.
Una delle più citate fonti in tema di sigaretta elettronica è l’Organizzazione mondiale della sanità, che in diversi documenti ne mette in dubbio l’utilità e denuncia il rischio che per i giovani costituisca un ponte verso il tabagismo. Particolarmente menzionata è questa nota, che però risale addirittura al 2008.
Più di recente l’Unione Europea ed il Ministero Italiano della Salute sono intervenuti per regolamentare non tanto la sigaretta elettronica (dal 2011 vietata ai minori di 16 anni) ma piuttosto i “fluidi”, ovvero le ricariche: nel caso in cui contengano nicotina, confezioni e flaconi devono tra l’altro riportare un’etichetta con il simbolo del teschio, a testimonianza della pericolosità della sostanza. È inoltre indispensabile indicare il numero di telefono del distributore / produttore, da contattarsi in caso di “sovradosaggio”.
Fortunatamente in queste settimane quelle disposizioni comunitarie cominciano a sortire effetti concreti, tanto che gran parte delle catene di negozi specializzati si va finalmente adeguando. Chi non lo fa – è stato il recentissimo caso di un brand particolarmente diffuso sul nostro territorio – si vede sequestrate le scorte di e-liquid.
Tuttavia chiunque si avvicini a questo mercato continua a percepire la mancanza di diffusi controlli e di una organica disciplina del settore. Per esperienza so bene che i marchi RoHS e CE applicati sui prodotti di fattura cinese non sono sempre prova di affidabilità e garanzia; eppure fino ad oggi sono soltanto quei timbri a certificare “legalità” in prodotti elettronici che somministrano sostanze fortemente tossiche e potenzialmente letali. Cioè la sigaretta elettronica..
La sigaretta elettronica è un valido sostituto del tradizionale tabacco?
Per rispondere a quest’altro interrogativo devo innanzitutto ricorrere alla mia esperienza personale. Fino allo scorso 3 febbraio consumavo ogni giorno – complice il lavoro sedentario – un numero inconfessabile di pacchetti azzurrognoli con stampate sopra immagini di piramidi e palme. Dal 4 febbraio non ne ho più comprati, e ne conservo ancora uno in bella vista, intonso trofeo della vinta battaglia. La guerra si vedrà.
In questo periodo ho scoperto che la sigaretta elettronica sostituisce in tutto e per tutto quella tradizionale, tanto nella gestualità quanto nella ritualità quotidiana e persino nel gusto. Ma ho anche preso atto che in verità è proprio la nicotina a permettere di contrastare senza impegno la tentazione di tornare indietro.
Dunque il mio consiglio a chi voglia smettere è: svapare, fin tanto che se ne senta il bisogno. Col passare dei giorni si potrà gradualmente ridurre la concentrazione della sostanza nei liquidi e, quasi inavvertitamente, incamminarsi verso la definitiva emancipazione dalle “bionde”.
D’altra parte pare sia questa la sorte di molti ex fumatori: i forum online specializzati traboccano di testimonianze di persone per le quali catrame e monossido di carbonio sono oramai uno sbiadito ricordo. Se non dovesse bastarvi la consultazione delle community date un’occhiata a questo recente articolo di Panorama – che in verità un po’ di sapore dell’article marketing ce l’ha: “Sigaretta elettronica: nuoce gravemente al fisco“. A detta dell’autore, lo scorso dicembre i tabaccai italiani hanno registrato una contrazione delle vendite di prodotti da fumo pari al 10%.
Costi dello “svapo” e prezzi sigarette elettroniche.
I prezzi degli essenziali strumenti da “svapo” variano molto, ma per l’acquisto di articoli mediamente affidabili l’investimento da preventivare è nettamente inferiore a quello che deve sostenere chi consuma un pacchetto di bionde al giorno: una sigaretta elettronica di discreta fattura, generalmente fornita in due unità all’interno della stessa confezione, costa dai 50 agli 80 Euro.
Le cifre si fanno ancora più contenute se si propende per l’acquisto online; proprio a causa della scarsa conoscenza e regolamentazione del mercato, purtroppo in alcuni negozi si pratica un notevole ed ingiustificato aumento dei ricarichi, talvolta anche attraverso il ricorso a stratagemmi. Come ad esempio il rivendere singolarmente e-cig originariamente impacchettate (e come tali pubblicizzate) in doppia unità; # sapevatelo.
Al prezzo della sigaretta elettronica va aggiunto quello dei ricambi, che però non incide in misura sensibile sulla spesa mensile: 5/10 Euro. C’è infine da considerare le ricariche, e qui l’entità dell’esborso cambia sensibilmente da svapatore a svapatore. Un flacone di e-liquid da 20 ml prodotto in Italia costa mediamente 10 Euro, indipendentemente dalla concentrazione di nicotina; per un ex fumatore “leggero” probabilmente ne basterà uno ogni due / tre settimane, per gli altri sarà forse necessario acquistarne una mezza dozzina al mese o poco più.
I fluidi – disponibili in diversi aromi più o meno simili al gusto del tabacco – sono generalmente composti in misura variabile da:
- Glicole propilenico (blandamente tossico in quantità “industriali”)
- Glicerina
- Acqua
- Nicotina (in misura variabile da 24 a 4 mg/ml).
Data l’impossibilità di verificare personalmente l’effettiva quantità di nicotina e glicole propilenico, o di eventuali altre sostanze, io non mi rifornirei all’estero per acquistare ricariche per la sigaretta elettronica. Per quanto ad oggi neanche in Italia siano in vigore leggi sulla rigorosa certificazione dei liquidi e della loro composizione. Ma per la cronaca è giusto dirlo: in Polonia alcuni produttori praticano prezzi sensibilmente inferiori alla media (5 Euro per 20 ml, ad esempio).
Che siate o meno del mio stesso avviso, è giusto ricordare che fumare più costose foglie secche e carta filigranata bene comunque non fa, indipendentemente dalla nazionalità del produttore di tabacco e sigaretta elettronica.
Prospettive, cifre e statistiche sulla sigaretta elettronica.
In Italia – secondo la Doxa – il venti per cento dei dieci milioni di fumatori ha provato o ha intenzione di sperimentare nel prossimo futuro la sigaretta elettronica. Secondo il già citato articolo di Panorama, sono circa 400.000 le persone che dalla “tirata” sono passati alla svapata senza rimorsi, ed entro il 2013 potrebbero diventare un milione tondo tondo. Nonostante solo alcune delle e-cig attualmente in commercio siano adatte a chi desidera liberarsi definitivamente del tabagismo.
Certo, l’argomento è delicato perché entra in gioco il tema della salute pubblica, e con la salute non si scherza. Ma neanche mi sembra intelligente continuare a fare gli indiani davanti a quei numeri. E questo vale sia per chi è schiavo del vizio delle bionde, sia per chi sarebbe chiamato a regolamentare un mercato che ancora sembra il far West, sia per chi voglia cogliere nel canale una nuova opportunità lavorativa ed imprenditoriale.
Torniamo alla seconda domanda, ancora inevasa: che ci fa la sigaretta elettronica in un blog che tratta di Web marketing?
Conviene lanciarsi nel commercio della sigaretta elettronica?
Le realtà aziendali del settore sono già numerose, ma il trend lascia ipotizzare ampi spazi di affermazione per i futuri operatori. Soprattutto sul versante digitale del commercio e del marketing, dove mi sembra di poter riscontrare rara professionalità: e-store poco curati e a volte persino improvvisati; attività di Web e social media marketing, a supporto delle catene di negozi, sostanzialmente inesistenti; totale assenza di comunità di consumatori e di organi aziendali, uniti attorno all’esigenza di disciplinare la materia e preservare il consumo da rischi.
Insomma: per chi sia alla ricerca di un impiego, di un’idea per una piccola attività commerciale o di una vera e più o meno grande avventura imprenditoriale, la sigaretta elettronica può rappresentare oggi un’opportunità preziosa. In tempi di crisi nel mondo del lavoro di alternative non ce ne sono molte; chi decida di intraprendere questa, puntando sull’inbound marketing per promuovere un’iniziativa che riesca a coniugare profitto con sincera ed esplicita attenzione ad etica e salute, a mio avviso l’avrà imboccata giusta.
Sempre che la sigaretta elettronica non finisca per restare prima o poi imbrigliata – a torto o a ragione – in una disciplina legislativa particolarmente severa e limitante. Un’eventualità questa da ascrivere alla voce major risk di un project plan ben strutturato, di quelli che per non lasciare nulla al caso contemplino pure ipotesi di riorganizzazione e riconversione aziendale. In Sali e Tabacchi magari, che tanto quello è un settore che difficilmente rischia di andare – è il caso di dire – in fumo.
E voi, fumate? Avete già provato la sigaretta elettronica? Siete rivenditori? Se vi va di discuterne mi trovate qui di seguito, fra i commentatori, o su Twitter (il mio account è @googlepolicyit).
Quando ci sono interessi così forti e soprattutto legati alla salute dell’uomo non ci sarà mai uno studio inequivocabile e maggiormente influente di un altro. Basta pensare appunto al tabacco: ma fumarlo provoca o non provoca tumori? Anni fa uscì una dichiarazione di un luminare dell’alimentazione più o meno così “mangiare un BigMac al giorno non fa male, a patto – però- di mangiare solo quello”.
Che poi quest diatribe sono il motivo per cui alcune agenzie di comunicazione fanno soldi a palate!
Ciao Gianni, anch’io nel mio piccolo mi occupo di marketing e comunicazione. Con un’amico fumatore, io non lo sono, stiamo ragionando proprio sulle sigarette elettroniche ed in particolare sfruttare la vendita on-line attraverso un adeguato sito internet e soprattutto da una buona, chiara e mirata comunicazione. Il mio amico ha acquistato il suo kit ed i ricambi su internet ed ora si prepara da solo le miscele.. A tuo avviso ci può essere un risultato economico interessante on-line o per il tipo di prodotto è sempre necessaria la “prova” che può avvenire solo tramite i negozi?
Ciao Stefano.
A patto di sostenerlo con una rigorosa strategia di Web marketing, sono certo che ci siano ampi margini di soddisfazione nel commercio online della sigaretta elettronica.
Ho discusso qualche giorno fa con un conoscente che – dopo aver pubblicato questo post – ho scoperto essere importatore e distributore. A suo avviso il negozio fisico dev’essere necessariamente strutturato in modo da risultare accogliente e da consentire un rilassato assaggio delle miscele ed il consapevole test degli strumenti. Come tu appunto dicevi.
Dubito però fortemente che questo aspetto possa influenzare negativamente la rivendita online della sigaretta elettronica. Tanto più che se un cliente ha modo di accedere al negozio fisico, non necessita di quello virtuale.
Grazie. D’accordo con la strategia web marketing, è assolutamente necessaria per il successo dell’e-commerce delle e-cig.
Grazie a te Stefano. Quel che volevo dire è che a mio avviso una solida strategia può risultare ancora più preziosa per segmenti di mercato ancora incolti, com’è sicuramente quello della sigaretta elettronica. ;)
Sono un Rivenditore di sigarette elettroniche ho iniziato a fumarla …anche perchè io sono come tommaso…e mi sono trovata Molto Bene ho lasciato la mia Bionda
(40 Diana al giorno)ho avuto quasi subito i benefici.. Tipo:piu fiato,denti piu puliti,meno stanchezza,
meno ansia e poi nel portafoglio ho sempre 10euro tutti i giorni con un risparmio mensile 258,00 euro.
Cosi via via ho deciso di aprire un negozio e sono contenta oltre alla soddisfazione personale vedo che tanti miei Clienti svappando sono piu felici.Dopo dopo 8mesi posso dire con certezza che non ho trovato ancora una cosa che non va’…Buon Svappo Silvia
@ Silvia: grazie per aver condiviso la tua esperienza. :)
Buonasera Gianni,
quando parli di inbound marketing e social media o web marketing per pubblicizzare la sigaretta elettronica cosa intendi? Riesci a farmi degli esempi? Perchè pensando ad iniziative di marketing di questo tipo che possano “aiutare” la vendita del prodotto me ne vengono poche, non credo sia un prodotto facilmente “pubblicizzabile” in questo modo…
Ciao Nicola.
Un esempio lo trovi qui: pur pubblicato su di un blog nel quale l’argomento non era mai stato trattato, questo post ha tenuto la prima posizione nella SERP di Google per due settimane con la keyword “sigaretta elettronica prezzo”, che ogni mese in Italia è oggetto di circa 18.000 ricerche. Se avessi avuto interessi, diretti o indiretti, avrei potuto sfruttare l’opportunità portando a conversione i visitatori predisposti all’acquisto.
La SEO – in questo caso utilizzata come esercizio di stile – è soltanto uno degli strumenti dell’inbound marketing. Immagina un brand che, attraverso un blog ben strutturato e supportato da canali come Facebook, Twitter e Google+, riesca a centrare tanto le SERP quanto l’obiettivo di fidelizzare i clienti, ingaggiare gli influencer, coinvolgere endorser, coprire eventi locali e campagne promozionali…
Un piano di Web marketing ben strutturato porterebbe un’azienda capace di profondere il giusto impegno a svettare su tutta la concorrenza in termini di awareness ed equity, consentendole di dominare tanto il mercato retail/franchising quanto l’ecommerce.
Grazie per la risposta e le delucidazioni.
Non sono un esperto del settore (inbound marketing compreso) ma sono molto appassionato di questi meccanismi e leggo sempre con piacere e interesse blog di questo genere. Nonostante non conosca in maniera approfondita le dinamiche e i meccanismi di marketing da te citati mi documenterò per capirne di più
*** NOTA DEL WEBMASTER ***
Ho ritenuto opportuno cancellare il commento di “Stefano” (che altrove si firma anche Flavio e con altri nomi di fantasia), poiché lo stesso commento è stato copiato ed incollato almeno 60 volte su altrettanti post e articoli italiani che trattano della sigaretta elettronica.
Si tratta chiaramente di una sorta di campagna “anti svapo” le cui ragioni non conosco e non condanno, ma sulle cui modalità ho pesanti riserve. Chi voglia riscontrare direttamente la ripetizione “seriale” del messaggio può cercare con Google, usando le virgolette, il seguente stralcio:
“ritengo sia giusto che le sigarette elettroniche vengano commercializzate o nelle Farmacie o nelle Tabaccherie”
Ciao Stefano, la determinazione ed i toni esasperati del tuo commento mi insospettiscono: frequente maiuscolo (che equivale a gridare), decine di punti esclamativi, diversi sospensivi, sono tipici di punti di vista “estremamente” coinvolti, se non altro emotivamente.
Non ho alcun interesse a sponsorizzare la sigaretta elettronica e mi lascia perplesso il fatto che tu, da non fumatore e neanche svapatore, la disprezzi con tanta veemenza.
Mi insospettisce anche il fatto che vorresti il monopolio di farmacie o tabaccai. Tanto più che per difetti di fabbrica anche cellulari e notebook possono esplodere, ma non per questo sono un presidio medico – chirurgico. E non per questo i notebook vengono commercializzati presso le tabaccherie.
Mi sorprende che tu conosca soltanto una delle applicazioni del glicole propilenico, composto che viene utilizzato soprattutto in farmacia per la produzione di medicinali per uso orale o iniettabili (come ad esempio il Diazepam, distribuito dal 1963 senza che nessuno lo paragonasse agli anti gelo automobilistici). Ma in realtà il glicole è usato – largamente – anche come additivo alimentare (fonte: Wikipedia).
Circa la capacità della sigaretta elettronica di aiutare le persone ad abbandonare le “bionde” mi chiedo due cose:
– posso avere un link alla fonte?
– Se anche soltanto tre persone su dieci riuscissero a liberarsi dal tabagismo grazie alla sigaretta elettronica, non sarebbe comunque da considerarsi un dato positivo?
***Il fumo, si sa, uccide: se anche soltanto tre persone su dieci hanno la possibilità di sopravvivere grazie alla sigaretta elettronica, non sarebbe comunque una validissima ragione per sostenerne la diffusione?***
Circa i liquidi, è giusto rendere noto che a produrli sono aziende spesso molto note e credibili. C’è persino la Mental; sì, quella che fa mentine da molti decenni.
Detto questo, rinnovo il sospetto. Da “vecchio” social manager, ho come l’impressione che tu sia in qualche modo interessato, direttamente o indirettamente, a combattere la sigaretta elettronica ed il suo business.
Magari però sbaglio; se così fosse aspetto le fonti a cui ti sei riferito per le informazioni riportate nel commento. Mi piace, nel mio piccolo, fare “buona informazione”.
P.s. Ho fatto un po’ di ricerca e come volevasi dimostrare: “Stefano” copia ed incolla lo stesso messaggio, di volta in volta accorciato o allungato, in ogni articolo o post che tratti in Italia della sigaretta elettronica. Tanta determinazione qualche ragione dovrà pur averla. :)
Mi permetto di lasciare un piccolo positivo contributo alla “e-sigaretta”, forse è proprio il nome “sigaretta” che da adito a diatribe sul + o – danno che possa arrecare.
D’altronde non potevano chiamarle “svappatori elettronici”. Io mi sono rivolto alla e-sigaretta non per smettere di fumare ma per cambiare il mio modo di farlo sperando di , oltre al risparmio economico, stare un po’ meglio fisicamente e in mezzo alla gente senza puzzare ed essere additato come un cane rognoso e colpevolizzato da una moda che fino a non tanto tempo fà era sinonimo di essere fighi: la sigaretta di marca, l’accendino di marca, il portasigarette di marca, il posacenere di marca, la pubblicità sulle auto da corsa , gli attori con il pacchetto di sigarette bene in vista …ect…
D’altro canto ora al cinema e nei telefilms si vedono sempre meno attori che fumano, ma bevono, bevono, bevono come spugne , birra, vino e superalcolici : donne, uomini e ragazzi. Mah!! Si vede che l’alcol fa meno male.
Sono consapevole che le e-sigarette non fanno sicuramente bene, ma non quanto male 40 sigarette al giorno. Riguardo al gusto , dopo una settimana che non si fumano le sigarette tradizionali,di qualsiasi marca e provenienza, ci si accorge in maniera esagerata quanto queste puzzino e non diano nessuna gioia al palato. Il svegliarsi al mattino senza il gusto “portacenere” in bocca è una gran cosa!! Evitare di fumare sarebbe il massimo , ma essendo io un debole , per il momento ho trovato un surrogato che mi permette la stessa gestualità con un gusto più buono .
Faccio inoltre presente che “svappare” per un mese intero si emette meno “vapore” di tre minuti di un auto ferma al semaforo , tutt’altro che salutare. Grazie e scusate se ho commesso qualche errore ortografico.
Grazie per il tuo contributo Mario. Prospettiva e contenuti interessanti, in particolare secondo me la riflessione sul nome “sigaretta elettronica”.
Grazie per avermi chiarito un po’ di idee. Scrivete: “Nonostante solo alcune delle e-cig attualmente in commercio siano adatte a chi desidera liberarsi definitivamente del tabagismo”. E’ possibile sapere quali sono?
Ciao Paolo,
a mio avviso per intensità del vapore ed altre ragioni il più adatto a sostituire la sigaretta tradizionale è il modello chiamato “Ego”.
Però fai attenzione: viene rimarchiato e rinominato dalle varie aziende che commercializzano le sigarette elettroniche (prezzi diversi, anche).
Il modo migliore per riconoscerlo è la forma: è identica, con variazioni di colore e di dettagli estetici, alla sigaretta elettronica presente nell’unica foto di questo post.
Pingback: La sigaretta elettronica: novità e sospetti
Le sigarette elettroniche sono state una salvata per me e tante persone che conosco, chiaramente cercheranno di screditarle in tutti i modi possibili, specialmente i tabaccai che stanno perdendo numerose vendite di sigarette, ma alla fine la sigaretta elettronica sarà il futuro ed è giusto che sia così. È da quasi 10 anni che è in circolazione, oppure continuano a dire che bisogna fare test e bla bla, ma dai ma fatela finita !!! Togliete dal mercato quello schifo di sigarette tradizionali piuttosto!!!
Salve a tutti, mi chiamo Fabio ho 36 anni e sono un fumatore estremo da circa 20 anni, sono rimasto estremamente colpito da questo prodotto, pensavo di non poter mai riuscire a non fumare… Invece… Per puro caso provo la sigaretta elettronica… Sorpresa! Non fumo più, addio puzza, denti macchiati, cenere ovunque, camera da letto che puzza, automobile che puzza, addio anche al senso di colpa per non riuscire a smettere, al catarro, alle bronchiti prese per uscire sudati fuori dal locale per fumare… Potrei continuare ancora, ma questa volta credo che i monopoli e le multinazionali non riusciranno, nonostante gli sforzi, a frenare quello che oggi risulta l’unico modo concreto per sperare di smettere di fumare… Psicologicemte parlando.. La mia autostima è aumentata in modo esponenziale, e che dire del portafogli, sono tante le cose positive che comporta il passaggio allo svapo! Provare per credere.
Ps. Se la e-sigaretta facesse male, non preocuupatevi perchè quelli della philip morris avrebbero già pubblicato lo studio giusto, invece noterete che, non c’è praticame te nulla se non qualche studio di poco valore, qualche tentativo per screditare, il prodotto che sta riuscendo a sottrarre entrate di multinazionali e stati!
In bocca al lupo e tanti saluti!
Ciao portare un sito in prima pagina su Google con la key “sigaretta elettronica” secondo te è semplice?
Grazie
Ciao Domenico: non è affatto semplice, ma certamente non è un’impresa titanica.
Buonasera, sono Giovanni, ho iniziato a ‘svapare’ a gennaio e non ho più sentito la necessità di fumare una bionda..significherà qualcosa? Comunque, agli scettici vorrei solo dire che la differenza, a livello di capacità polmonare, l’ho percepita da subito nonostante non fossi inizialmente nè ‘preso’ dalla novità nè scettico.
Un punto di domanda di carattere economico: ci sono molte voci secondo le quali, domani (lunedì 13/05/2013) sarà approvato un emendamento per tassare in qualche modo i liquidi per e-sig, è vero o si tratta di notizie infondate?
grazie
Ciao Giovanni,
non ho notizia sul provvedimento. Teniamoci aggiornati.
Salve va tutti, non ho sentito che tasseranno i liquidi per le sigarette elettroniche.
Al massimo possono tassare i liquidi con la nicotina.
Una piccola riflessine su quanto costa un liquido.
Circa 3 euro al litro (spesa viva)
Costo sostanze per litro:
1 euro per glicole, un altro per il glicerolo che non è che la glicerina a una % di quasi il 100% la glicerina è del 95% di purezza.
L’acqua distillata costo 1 euro al litro.
Per il tabacco bisogna comperare quello a 36 per gli aromi le classiche boccette di sapori.
Comunque il glicole e il glicerolo si trovano in qualunque farmacia al prezzo di circa 3,5 euro ogni flaccone da 250 ml.
Quindi un litro di liquido, se fatto in casa costa poco più di 15 euro.
PS chi produce il liquido, fatevi i conti di quanto ne ricava di quadagno.
10 euro ogni 20 cc, nelle farmacie costa 10 euro ogni 10 cc.
“Ciao portare un sito in prima pagina su Google con la key “sigaretta elettronica” secondo te è semplice?”
Questione solo di quanto si vuol sborsare in soldi a google..:)
Sono del basso piemonte e son un chimico, cerco un paio di soci per per aprire una piccola azienda per incominciare a produrre il liquido (ovviamente con tutti i certificati necessari per il “ministero della salute”).
La cosa più complicata alla fine sono i certificati.
Le sigarette della svapo vengono importate direttamente dalla cina e costano circa 50 euro 5 confezioni da 2 svapo.
Per l’adim…un problema le e siga lo hanno, nessuno ha mai analizzato il liquido messo dentro le sigarette si è analizzato sempre il liquido preso dai flacconcini.
Se si fa una miscela di glicerina, acqua nicotina e aromi dopo un giorno si scioglie il bocchino e il liquido prende il gusto di bachelite.
Per precisare, quell’odore che si sente quando una “virola” (presa per lampadina) si brucia per il troppo calore.
Una sigaretta seria dovrebbe essere fatta di vetro o di acciaio inox e si potrebbe cambiare il focolaio e i fili di vibra di vetro che fanno da veicolo al liquido.
Un fornellino dura circa 15 gg alla media di 1,6 cc al giorno di svapo, poi si formano dei residui carboniosi sul piccolo filamento che fa da riscaldatore. (che poi sarebbe il filo con cui si facevano le resistenze una volta per le radio a valvole la resistenza in hom non è data altro che dallla sezione del filo e dalla sua lunghezza.
Per l’admin..
Ma Lol, non avevo letto prima.
“Almeno, dico almeno, 50/60 mg. Cioè, a seconda della concentrazione, una goccia più o meno minuscola.”
Tanto quanto il principio attivo di una pastigli di viagra ..con una ti diverti e con l’altra crepi.
Buonasera a tutti,sono un ragazzo di 26 anni ed ho intenzione di aprire un negozio di sigarette elettroniche perchè penso sia un ottimo investimento, ma non so quale marchio franchising scegliere perchè ce ne sono tanti.
Spero qualcuno possa aiutarmi, grazie in anticipo!! =)
Piombo, cadmio e cromo oltre al veleno nei liquidi dei filtri delle sigarette elettroniche e Guariniello (lo stesso del processo sullo stragismo d’impresa dell’eternit) apre un nuovo filone processuale. DIECI – 100 – MILLE Guariniello. Per una volta non si interviene dopo 30 anni.
Articolo molto utile !
ciao ragazzi
ciao ragazzi
A mio modo di vedere l`aspetto da non sottovalutare è
quello commerciale che come si sa il dio soldo la fa da
padrone fregandosene della vita altrui.
E dunque chiaro che certi pessimismi pubblicitari in
questo ambito è da considerare prettamente di natura
commerciale.
Consiglierei quindi di non attenersi a tutti quei falsi
proibizionismi e di tentare,dal momento che si presenta
l’occasione grazie a questo prodotto,una soluzione per
debellare il tabagismo. Sono un fumatore da 50 anni
con una media di 50 sigarette al giorno.
E proprio il caso di dirlo,tentar non nuoce.
Grazie e tanti auguri.
Svapo da 1 mese e mi sento un’altra ,davvero,mi è cambiata la vita ,riflettevo sulla questione se la sigaretta elettronica fa male a chi la usa o allo stato ecc o come sostiene l’amico chimico che la philip morris sarebbe stata la prima a ricercare qualsiasi appiglio per screditare tale miracolo ,comunque stiamo parlando di un prodotto di nuova generazione e non avendo di conseguenza uno storico e difficile avere delle informazioni più precise su se possa creare problemi alla salute o meno,quindi fare dei controlli adeguati sarebbe una prevenzione a tutela della salute di chi ne fa uso.
mi interessa sapere qual è la marca + venduta in italia,ma anke quella ke dà meno problemi di manutenzione,tipo tendenza a intasarsi spesso(la sigaretta tradizionale è sempre pronta e fruibile come tutto l'”usa e getta”; non vorrei trovarmi a curare l’e-cig come 1 cucciolo..grazie!