IKEA cancella le donne dalle foto dei cataloghi destinati all’Arabia Saudita. Unanime il coro di proteste sul Web, che risponde con ironia e sarcasmo.
Non sembra vero che un’azienda nata in Svezia, tra i paesi simbolo di progresso sociale e tolleranza, possa distinguersi per sessismo. Eppure è così: per IKEA le donne non esistono. O almeno non esistono in Arabia Saudita.
Il notissimo mobilificio ha cancellato – pare in osservanza di diktat religiosi e forse del regime legale – ogni figura femminile dalle immagini a corredo dei cataloghi destinati al Paese orientale. Niente più signore che ripongono lo spazzolino nel supporto a muro, mogli che intrattengono gli amici mentre i mariti preparano manicaretti in cucina (rigorosamente a vista), fidanzate entusiaste dell’ultimo elemento di arredo della camera da letto, e mamme premurose che si accoccolano con i figli sul sofà della serie EKTORP.
L’episodio – venuto alla luce grazie ad un’inchiesta di un quotidiano svedese – ha procurato ad IKEA non poche critiche: le donne esistono, grida il Web, e non possono essere cancellate, in nessuna parte del mondo.
IKEA si scusa con le donne. Indirettamente.
C’è da dire che l’azienda è subito corsa ai ripari, ed ha immediatamente presentato le scuse, circostanziando le ragioni dell’errore ed imputandolo ad un fattore di natura prevalentemente organizzativa.
Riporto il comunicato in lingua originale, senza tradurlo per non interpretarlo, come pubblicato in questo link (PDF, attenzione!):
2 October 2012
Statement from Inter IKEA Systems B.V. regarding the IKEA catalogue in
Saudi Arabia
Inter IKEA Systems B.V., the worldwide IKEA franchisor, regrets what has
happened and understands that people are upset.
We have been in dialogue with Al Sulaiman, our franchisee operating IKEA stores
in Saudi Arabia. It is not the local franchisee that has requested the retouch of the
discussed pictures. The mistake happened during the work process occurring
before presenting the draft catalogue for IKEA Saudi Arabia. We, Inter IKEA
Systems B.V., have the ultimate responsibility and take full responsibility for the
mistakes made.
We have reviewed several of the discussed pictures, for example the women in
front of the bathroom mirror and the female designer of the PS2012 design
collection. Those pictures could very well have been included in the Saudi Arabian
catalogue.
We will naturally review our working process and take actions to ensure that this
will not happen again. We deeply regret that mistakes have been made in this
instance.
Ulrika Englesson Sandman
Inter IKEA Systems B.V.
IKEA e le donne tornano amici. Ma l’ironia resta.
Con l’immediata manifestazione di rammarico, l’identificazione delle cause che hanno originato il passo falso e la promessa che non si ripeterà, IKEA è riuscita brillantemente ad arginare la crisi e a salvaguardare immagine del brand e patrimonio di marca. Che d’altra parte si è sempre contraddistinto per il palese rifiuto di qualunque forma di discriminazione, come nel caso della recente campagna pubblicitaria che aveva come protagonista una coppia omosessuale.
Pace fatta, dunque, tra IKEA e donne. Ma l’inciampo ha comunque lasciato su Internet un’impronta che richiederà tempo per essere cancellata. Tra le manifestazioni di dissenso più equilibrate ed al contempo efficaci, quella del blog http://ikeafiles.tumblr.com/. Che ha raccolto (e continua a pubblicare) sarcastiche parodie della censura praticata. Ne riporto alcune, tra le più gustose.