Google Trends e Google Insights accorpati in un unico strumento. Finalmente utilizzabile anche su smartphone grazie ad HTML5.
La notizia è stata diffusa il 27 di settembre, ma solo da alcune ore l’effetto è visibile anche in Italia: Google Trends e Insights sono ora un unico strumento. D’altra parte i dati utilizzati dalle due precedenti varianti erano i medesimi, solo presentati attraverso differenti prospetti.
La novità farà piacere fin da subito a chi spesso frequenta il Web tramite smartphone: i grafici del nuovo Google Trends sono basati su HTML5 e dunque hanno caratteristiche “adattive”. Sono cioè capaci di ridurre automaticamente le dimensioni in funzione della grandezza del display: non sarà più necessario scorrere orizzontalmente o verticalmente per visualizzarli.
Non tutti i fruitori dei servizi di BigG saranno però contenti. Vediamo perché.
Addio Google Insights: i SEO dovranno adeguarsi a Google Trends.
Le due applicazioni sono sempre state considerate preziosissimi tool dagli addetti ai lavori, da coloro cioè che lavorano sul Web e sulle parole chiave dei motori di ricerca: i SEO (Search engine optimizer). Se è vero che – come recita Google – tutte le preesistenti funzioni sono state fuse e sono dunque salve, è altrettanto vero che la specificità di ciascuno dei due strumenti faceva comodo agli operatori, in circostanze diverse e per differenti esigenze. Non solo.
Numerose software house avevano predisposto le proprie applicazioni sulla struttura di Insights, che consentiva fino all’altro ieri studi più approfonditi. Risultato: ora quei “SEO tools” dovranno essere riprogettati per rispondere alle rinnovate caratteristiche.
Il nuovo Google Trends.
D’altra parte il Google Trends così ristrutturato appare subito completo, dotato di un’interfaccia più gradevole e moderna della precedente, ma soprattutto basata su di una logica d’interazione maggiormente spontanea ed immediata.
La prima schermata è del tutto simile a quella tipica del motore di ricerca di Mountain View: si inserisce la keyword desiderata (o il gruppo di keyword) e si preme invio. Di qui si viene dirottati nella pagina dei risultati, dove campeggia sulla parte superiore il titolo riassuntivo dell’analisi; ad esempio: “Interesse in Google Ricerca Web: [parole chiave]. Tutto il mondo, 2004 – Presente“.
Appena più in basso è riportato il grafico delle variazioni. Scorrendo ulteriormente la pagina si evidenziano i riquadri dell’interesse regionale (nazione o città) e dei termini correlati (distinti in “più cercati” e “in crescita”). I dati possono essere incorporati come iframe in una pagina Internet esterna grazie all’apposito pulsante.
Un menù completamente rivisto.
Sulla sinistra, in linea con la struttura estetica e funzionale di tutti gli altri servizi Google, campeggia il nuovo menu. Diverse le voci:
- Esplora le tendenze – Cliccando sulla voce si viene portati alla “home” di Google Trends, resettando i termini di ricerca utilizzati in precedenza.
- Ricerche più frequenti – L’opzione fornisce gli esiti del cosiddetto “Hot Search”, ovvero l’indice delle key più praticate nelle ultime ore. Per il momento il servizio è limitato a Stati Uniti, India, Giappone e Singapore.
- Termini di ricerca – È possibile prendere in esame fino a cinque diverse parole chiave, i cui risultati sul grafico vengono rappresentati da linee di differente colore.
- Altri confronti– L’opzione consente di scegliere tra
- termini di ricerca
- località
- intervalli di tempo.
- Limita a – L’ultimo menu consente di circoscrivere l’analisi secondo 4 differenti criteri:
- Google ricerca Web / Immagini / News / Product Search
- Tutto il mondo / per nazione
- Data
- Categorie (ad esempio community, arti, Internet, acquisti, etc.).
Ad un primo esame Google Trends appare profondamente trasformato, limitatamente però alla logica d’interazione. Tutto sommato a me piace così, ma mi riservo di esprimere un giudizio definitivo su interfaccia e funzionalità dopo alcuni giorni di utilizzo.