Vuoi creare blog visitatissimi e ben posizionati su Google? Sei nel posto giusto. Primo passo: scegliere un titolo indimenticabile, cioè il nome di dominio.
Creare blog – ben indicizzati dai motori di ricerca, graficamente attraenti, dotati di straordinario appeal e capaci di superare la migliore concorrenza – non è un’illusione. Può farlo chiunque: le aziende come le persone, per esigenze professionali e commerciali o per semplice piacere e passione.
Naturalmente per creare blog di successo bisogna essere pronti a darsi da fare, e soprattutto saper bene come muoversi. Ecco perché ho deciso di metter giù un “manuale” basato sui consigli degli esperti e sulle migliori pubblicazioni in tema, aggiungendo qui e là alcune mie considerazioni.
Per rendere ancora più chiara la guida ho pensato di dividerla in brevi post, ciascuno dedicato ad uno specifico argomento. Il primo capitolo è già disponibile: l’ho riservato al copywriting ed alla SEO on-page. Il secondo eccolo qui: creare blog assegnandogli il nome di dominio più efficace. Partiamo.
Identificare target e contenuti prima di creare blog.
Creare blog equivale a fare marketing: la prima regola è conoscere a fondo prodotti e servizi offerti, ed il loro principale destinatario. Perciò l’impegno più urgente è immaginare con precisione tanto le caratteristiche e l’argomento dei futuri contenuti, quanto la fisionomia del lettore tipo.
Per agevolarci nel lavoro di identificazione del target poniamoci due domande:
- I post che pubblicheremo saranno prevalentemente rivolti alle imprese, oppure alle persone ed ai loro interessi non commerciali?
- L’orientamento del sito sarà di tipo B2B, B2C, misto o generalista?
Le conseguenti risposte torneranno molto utili nei successivi step. Che affrontiamo subito passando al tema centrale: scegliere il dominio.
L’impresa sarà quasi certamente costretta ad identificarlo con il brand, se non altro perché il testo di una URL che coincide con il marchio favorisce notevolmente la reperibilità online della ditta. Però attenzione: la stessa esigenza potrebbe averla anche un professionista o un privato che aspira a dare fama al proprio nome, magari proprio come blogger di successo.
In altri casi potrebbe risultare più importante una soluzione che sappia evocare esplicitamente il core business – nel caso di imprese o freelance – o il settore di interesse per il lettore generico. In questo caso è necessario concentrarsi sulla ricerca della parola chiave più rappresentativa. Che però, è bene non illudersi, sarà quasi impossibile da applicare tal quale al nome di dominio, perché con ogni probabilità qualcuno l’avrà registrato prima di noi.
Se così fosse possiamo rivolgerci alle long tail, cioè alle keyword composte. Un esempio? Se siamo interessati a creare blog dedicati alla SEO possiamo associare all’acronimo un secondo termine, come ho fatto io per questo sito: WOMSEO.com (Word of Mouth + Search Engine Optimization, che nelle mie ambizioni sta a significare “la SEO in vivavoce” o “del passaparola”).
C’è infine una terza via, che rappresenta la soluzione di mezzo fra la prima e la seconda: unire il nome (dell’azienda o personale) con la parola chiave. Ad esempio “SMMpincopallino.it” (nel caso di un social media marketer dallo sfortunato battesimo) o “blogazienda.com”.
Creare blog: SEO ed EDM.
Se non siete interessati a creare blog con dominio “brand” o “misto”, ma soltanto a quello che potrà migliorare l’indicizzazione, datevi da fare per trovare la keyword composta che più rappresenta voi o i vostri interessi. Ad aiutarvi nel lavoro ci sono strumenti online molto utili, come il sempreverde UbergSuggest.org, il tool integrato nel campo verifica di Godaddy, oppure Google e le “ricerche correlate” suggerite in calce ad ogni SERP (Search Engine Results Page).
Su quanto sia importante per la SEO avere nel nome di dominio una keyword pertinente esistono (stranamente) opinioni contrastanti: c’è chi dice che è un fattore essenziale nel creare blog, e chi al contrario lo considera ininfluente alla luce degli algoritmi più recenti adottati dai motori di ricerca.
La verità è che l’EDM (Exact Match Domain) – cioè la corrispondenza tra la parola chiave principale del sito ed il nome (o parte) dello stesso – favorisce notevolmente il buon posizionamento in Google e nei search engine concorrenti.
Accortezze linguistiche nel creare blog.
Nel creare blog e dare loro un “titolo” composto è bene rispettare alcune regole, dettate dall’esperienza e dal buon senso. Raccolgo a seguire quelle che credo abbiano maggior peso.
- Il nome di dominio dev’essere il più breve possibile, compatibilmente con le esigenze di branding o SEO.
- Dev’essere facile da ricordare (possibilmente suggestivo), da scrivere e soprattutto da pronunciare: non volete mica dover dettare ad un cliente o un amico un indirizzo Web del tipo deborah-sempronio.com? La lettera “H” ed il trattino vi verrebbero presto in forte antipatia.
- Unico e inconfondibile sono aggettivi che portano fortuna.
- Se non desiderate rischiare di essere presto dimenticati – o di diventare prematuramente vintage – non fate riferimento a passeggeri trend, neanche se promettono di trasformarsi in più duraturi meme.
- Non fate ricorso a cifre, e soprattutto al numero zero (che può essere confuso con la “O”).
- Prima di prendere una decisione definitiva confrontatevi con amici, parenti o colleghi: sono loro che possono darvi i suggerimenti più schietti e proficui nel creare blog ed assegnare loro un nome.
Accorgimenti tecnici e conclusioni.
Scelto il dominio giusto ed accertata la sua disponibilità presso un registrar (quello che preferisco l’ho citato in precedenza), prima di concedervi l’acquisto ed il creare blog ci sono le ultime accortezze da tenere.
In primo luogo è fondamentale verificare se il nome sia già stato registrato in passato, ed in caso positivo se ha goduto di buona reputazione. Per questa esigenza può risultare preziosissima una nota e funzionante versione della “macchina del tempo“.
È poi importante individuare il giusto suffisso. Il più usato, e quindi anche il più ricercato, è quello .COM. Per noi che siamo italiani – e sempre che il sito si rivolga esclusivamente al Bel Paese – va benissimo il .IT. In alternativa possiamo prendere in considerazione anche .ORG e .NET (e poche altre soluzioni).
Meglio ancora sarà riservare allo stesso dominio più “estensioni”, per evitare che una volta diventati famosi qualcuno possa sfruttare la nostra notorietà traendo in inganno lettori e clienti distratti. La spesa da sostenere certamente cresce, ma se teniamo davvero al nostro blog e se per lui abbiamo buoni propositi l’investimento si rivelerà sicuramente proficuo.
Infine, per la conclusione di questo secondo capitolo della guida sul come creare blog ho in serbo un ultimo suggerimento: registrate il nome non per uno, ma per almeno due o tre anni. Ne beneficerà sensibilmente la Search Engine Optimization del vostro nuovo, fiammante sito Web.
Ma che bello! Un post ricco di informazioni chiare e soprattutto utili come pochi! Seguire questi conssigli dà risultati oltremodo positivi! Molto ben fatto!
Un articolo pieno di utili informazione.Ma mi piacerebbe conoscere quale piattaforma usare per l’hosting?Ciao e grazie per gli ottimi consigli
@ Domingo: Linux / Apache, ma in genere non hai da porti questo problema se usi WordPress o Joomla!: basta verificare preventivamente se il servizio di hosting al quale vuoi affidarti supporta pienamente uno dei due CMS.
Ciao se utilizzo wordpress su un dominio proprio posso mettere delle pubblictà? oppure continuo ad avere le stesse restrinzioni che ho usando il dominio di wordpress?
Puoi metterci tutta la pubblicità che vuoi, naturalmente.
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