SEO Google: Panda n. 20 e nuovo filtro EMD

Cambiano ancora le regole del SEO: Google implementa l’update n.20 per l’algoritmo Panda ed introduce il nuovo filtro EMD (Exact match domains).

Lo sa bene chi lavora con il SEO: Google aggiorna periodicamente i meccanismi del suo motore di ricerca con l’obiettivo di migliorare la qualità dei risultati. L’algoritmo modificato più di frequente, e con una cadenza pressoché periodica, viene chiamato Panda.

Per quest’ultimo l’update più recente risale ad alcune ore fa, ed è siglato (per convenzione fra i big del Search engine marketing) con il numero 20. Le novità introdotte sono particolarmente importanti per le query in lingua inglese, sulle quali il nuovo sistema incide in misura del 2.4 % rispetto al SEO Google.

Guerra ai domini a corrispondenza esatta di scarsa qualità

L’update interessa meno la versione italiana del motore di ricerca, ma resta significativo. In un intervento pubblico Matt Cutts – in Google da 12 anni ed attuale dirigente del team anti spam – sostiene che lo spagnolo ed il francese risentiranno delle migliorie per appena lo 0,5 %. È lecito supporre che la percentuale si estenda anche all’idioma del Bel Paese.

Ma in cosa consiste l’aggiornamento? In molti pensano ad una ulteriore messa a punto del “setaccio” che Panda (con Penguin) usa per accreditare merito a domini che contengono keyword coerenti con contenuti originali ed utili, e per penalizzare quelli che invece vorrebbero basare tutta la loro fortuna sul tavolo da gioco delle SERP unicamente affidandosi alle parole chiave del nome di dominio.

Facciamo un esempio del SEO che Google non ama, e che combatte con la costante revisione dei filtri: “libri-molto-romantici.com” è un blog (ipotetico e sentimentale) che pratica lo “scraping”, cioè estrae automaticamente i dati da terze parti per riproporli a sua volta in forma sintetica o parzialmente modificata. Se prima il “raccoglitore di testi altrui” poteva nutrire buone speranze di visibilità con le key “libro molto romantico”, ora le aspettative si fanno meno rosee.

SEO, Google ed EMD

Gli update di queste ore non riguardano soltanto Panda, a dimostrazione di quanto Google sia determinato a fornire risultati dalla qualità sempre più soddisfacente. Le novità parlano anche di un inedito algoritmo, di cui si vociferava a fine settembre.

Il neonato cacciatore di spam si chiama EMD, acronimo di Exact match domains. Il suo ruolo, guarda caso, è ben definito: colpire i domini ad esatta corrispondenza di scarsa qualità.

Che senso ha un algoritmo che ha lo stesso compito già assegnato a Panda (e mettiamoci pure Penguin)? Se lo sono chiesto gli addetti ai lavori, e la loro risposta è questa: EMD colpisce i nomi dei siti con un gran numero di parole chiave, palesemente creati ad hoc per apparire ai primi posti delle SERP con precise long tail.

In definitiva il Panda, il Pinguino e Exact match domain lavorano in team: i primi continueranno ad occuparsi di nomi di dominio come “libri-usati.com”, l’ultimo si metterà sulle tracce di siti battezzati ad esempio “te-la-mangi-la-minestra-con-la-cannuccia.it”.

Quanto debbano preoccuparsi di queste ultime notizie i webmaster italiani non è dato sapere, ma almeno per la prima release di EMD pare sia legittimo continuare a sentirsi moderatamente tranquilli: l’algoritmo, sempre a detta dei dirigenti di Mountain View, inciderà nella lingua inglese per lo 0,5 % sul SEO Google. Molto meno per le ricerche italiane.

SEO Google – Seo Fernandez e prossimità delle keyword

Che cerchiate SEO Google e/o Seo Fernandez (il salsero Hip-Hop), avrete sempre risultati pertinenti. Quanto è cambiato il principio della keyword proximity.

Sono davvero importanti le modifiche che, rispetto al SEO, Google ha recentemente apportato al suo motore di ricerca. Con gli update degli algoritmi di Panda e Penguin persino vecchi principi del Search engine marketing vacillano.

Ad essere messe in discussione sono ad esempio le regole del link building: sappiamo bene che citazioni “seriali” (come quelle dei network di scambio) e di scadente qualità (dalla scarsa Web authority) non funzionano più al meglio, e talvolta possono rivelarsi persino controproducenti.

A mio avviso le novità sono però molto più profonde, e ce ne accorgiamo rispondendo ad una domanda per niente tecnica: cosa è effettivamente cambiato, dalla prospettiva del semplice utente, nelle ricerche su Internet?

Il SEO Google dopo Panda e Penguin

Seo Fernandez

Voi però ora vi starete ponendo un’altra domanda: cosa c’entra in tutto questo discorso il salsero Hip Hop, noto soprattutto per il brano “Remenea”? Il riferimento al musicista è funzionale a due scopi:

  1. incuriosirvi, sperando di trattenervi in questa pagina qualche secondo in più con beneficio del (mio) SEO Google;
  2. proporre un termine di confronto per comprendere quali siano le vere conseguenze – lato Web surfer – delle novità citate in premessa.

Visto che ci siamo, guardiamo un po’ del video di Seo Fernandez. Ovviamente potete anche continuare la lettura, lasciando il pezzo in sottofondo. L’importante è che non andiate altrove.

SEO Google

Adesso mettiamo da parte la musica e mettiamoci nei panni di un povero motore di ricerca (l’aggettivazione è riferita all’ingrato mestiere, non alle risorse finanziarie): mentre voi vi affaccendate per rendere i risultati conformi alle aspettative degli utenti, e istruite costantemente i vostri algoritmi perché scovino i trucchi e gli inganni più sofisticati, dall’altra parte c’è sempre qualcuno che cerca di gabbarvi per scalare le SERP indipendentemente dalla pertinenza e dalla qualità dei suoi contenuti.

A proposito: alla qualità ci si fa l’abitudine, fino al punto di trascurare i meriti. Vi siete mai chiesti perché con Google viene fuori SEO se pensate all’ottimizzazione dei siti Internet? E Seo Fernandez se invece avete in mente ritmi latino-americani? Ecco: il credito va a quella infaticabile messa a punto dei sistemi di analisi e sfrondatura dell’enorme mole di dati che quotidianamente si riversa sul Web.

La keyword proximity

Torniamo a Panda e Penguin, per dirvi finalmente ciò che davvero volevo.

Sì, non c’è dubbio: con gli ultimi update il concetto di Web authority è cambiato molto, e con esso le conseguenze in termini di visibilità.

Dobbiamo fidarci di quel che – a denti stretti – i SEO suggeriscono: è bene che del nostro sito si parli molto sul Web, a patto che le citazioni provengano da fonti di qualità e che non risultino “sospette”. In merito ha significativo valore il consiglio di collocare i backlink vicino alle keyword pertinenti, non direttamente sulle parole chiave (es. le polpette al sugo sono buone: approfondiamo).

Ma a mio avviso la più significativa innovazione del Google attuale riguarda le pratiche del SEO on-page, piuttosto che off-page. In particolare il principio della prossimità.

Fino alla scorsa primavera la keyword proximity rappresentava un fattore essenziale, spesso indispensabile: più vicini sono i termini che compongono la chiave di ricerca, maggiori sono le possibilità che questa funzioni. Ora sembra che BigG abbia ritenuto l’equazione contiguità / pertinenza troppo svalutata, e pare abbia deciso di retrocederla nella scala gerarchica dei criteri di selezione.

Quel che c’è di nuovo. E di cui in pochi parlano.

Per averne una prova basta sfogliare una qualunque SERP: sempre più spesso emergono link a siti nei quali le parole della keyword (long o short tail) sono separate, a volte addirittura distanti. Quasi come se a Mountain View volessero premiare – appunto – chi davvero non desta sospetti; a questo si riferiscono i consigli dispensati da Google ai webmaster circa la naturalezza e la spontaneità dello stile linguistico.

Esaminando i risultati delle ricerche si ha l’impressione che i bot siano determinati come mai prima a leggere fino in fondo l’intera pagina, soffermandosi meno su intestazioni (H1) e meta description, e più su paragrafi e sottotitoli (H2 / H3). Diventando così maggiormente capaci di correlare termini anche fisicamente lontani fra loro, ma concettualmente e semanticamente vicini.

In conclusione: cercando l’espressione “Seo, il tizio che suona la salsa” vengono fuori contenuti che parlano del signor Fernandez, anche se il genere di danza e musica non è stato citato nei titoli o nei tag degli articoli.

Sperimentando invece la frase “SEO applicato al motore Google” spunterà ai primi posti della SERP questo post. Ne sono moderatamente convinto.